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Sesto San Giovanni: Ex Falck? No, Cinecittà

05 aprile 2002


Title: Ex Falck? No, Cinecittà
 
 
   
 
 
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Ex Falck? No, Cinecittà
 

SESTO SAN GIOVANNI Aree ex Falck, avanti tutta. E' pronta a decollare la nuova Cinecittà ed è in arrivo il responso dei saggi sul milione e mezzo di metri quadrati di terreni dismessi dall'impero dell'acciaio. Due i progetti sulla scrivania del costruttore Giuseppe Pasini, presidente dell'omonimo Gruppo che ha acquistato le ex aree Falck per 180 milioni di euro.
Il primo è stato ideato dall'Agenzia per lo sviluppo del Nord Milano: studios per cinema e tv all'interno del capannone T5, un gigante di oltre 36mila metri quadrati, grande quanto la stazione centrale e situato all'interno dell'area Concordia Sud. Secondo lo studio dell'Asnm, nell'ex stabilimento Falck, dove sorgeva il quinto altoforno, potrebbe nascere il centro di produzione più grande d'Italia, uno dei maggiori d'Europa.
"Abbiamo preparato lo studio di fattibilità, con società del settore disposte a investire nel progetto - ha detto il presidente dell'Asnm, Fabio Terragni -. Questi studi, che rappresentano una parte del parco audiovisivo multimediale, potrebbero essere il primo passo per portare a Sesto anche la Rai: la tv pubblica non dovrebbe investire nelle strutture, ma potrebbe utilizzare spazi a volontà. A Cologno, vicino alle sedi radio e tv, esistono già centri di produzione, ma sono insufficienti per fare fronte a tutte le necessità".
Il secondo progetto sulla scrivania di Pasini, invece, è il frutto del lavoro del team di esperti a cui lo scorso autunno era stato affidato il compito di studiare le trasformazioni delle aree dismesse: architetti, docenti universitari, economisti hanno pronta la loro proposta che sarà presentata ufficialmente nei prossimi giorni.
"Ho chiesto innanzitutto di pensare a una città, realizzabile bella ma anche in sin tonia con le richieste del mercato - anticipa Pasini, che ha seguito passo passo il lavoro degli esperti -. Per mettere mano alle aree bisogna tenere conto di quanto già esiste e dare spazio al nuovo, mantenendo la caratteristica di Sesto come città del lavoro e partendo da un punto fermo: un grande parco. Pubblico e privato insieme possono trovare le soluzioni migliori, ognuno nel rispetto del ruolo dell'altro, di controllore da una parte e di realizzatore dall'altra".
di Patrizia Longo
 
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