Cornaredo: quel parco soltanto virtuale Vivo a Cornaredo, a nord-ovest di Milano, con tre figlie piccolissime. Abito in una casa con vista sul parco; un parco molto particolare perché attraversa da parte a parte il centro del paese, diventando così una grande isola pedonale, dove però non posso portare le mie bambine per timore di incorrere inconvenienti. Così, sono costretto a usare l'auto per andar altrove. Mi pare una situazione talmente assurda e paradossale, che a volte penso di essere io il problema, vista l'indifferenza generale, anche di chi ha figli piccoli. Ma soprattutto mi fa rabbia il disinteresse degli ambientalisti e di altri amici del verde, che tanto si affannano a strappare alla cementificazione diffusa parchi e giardini, per poi disinteressarsi della gestione e dell'effettivo godimento di questi beni preziosi. I parchi italiani sono una delle tante ipocrisie di questo Paese. Si consideri inoltre che l'amministrazione comunale (pure dal sottoscritto richiamata a un cenno di responsabilità, tramite l'auspicato intervento dei vigili) pare non sia interessata minimamente al problema, al quale viene anteposta l'altra peculiarità del parco: il libero scorrazzare di motorini. Emanuele Filoni
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