BRESSO Un piccolo scalo turistico in cerca di una soluzione per il futuro, che sappia coniugare la sicurezza e la sua esistenza. Un aeroporto da sempre discusso, ma che racchiude in sè un tassello importante della storia dell'aviazione civile italiana. L'aeroporto di Bresso non vuole chiudere i battenti. Come già molte volte in passato, quando sull'aviazione milanese batte vento di tempesta, il piccolo scalo che sorge accanto al Parco Nord è sempre il primo ad esserne investito. Negli anni scorsi, il mondo della politica aveva più volte ipotizzato la sua chiusura e lo spostamento di tutto il traffico turistico all'interno dello scalo di Linate. Tuttavia, gli ultimi avvenimenti hanno abbondantemente dimostrato che quella strada non è perseguibile. Se la tempesta infuria sull'Aeroclub Milano, il più prestigioso d'Italia, da anni i suoi soci stanno lavorando alla ricerca di una soluzione che sia in grado di porre equilibrio tra sicurezza e voglia di volare. Il progetto esiste già. Prevede la dismissione di tutte le strutture presenti e la creazione di un'aerostazione di dimensioni più ridotte accanto al centro Polilogistico della protezione civile di via Clerici, ossia nell'area che un tempo apparteneva alla caserma degli elicotteristi. In questo modo le aree attualmente occupate dagli hangar, che sorgono proprio vicino alle abitazioni del centro di Bresso, verrebbero trasformate in parco. Mentre l'aeroclub potrebbe continuare a vivere in maniera più discreta. A questo progetto stanno lavorando anche il Parco Nord Milano e la Regione Lombardia. Ed anche molti sindaci del Nord Milano avevano accolto favorevolmente la soluzione, purché transitoria. Il problema vero è rappresentato dalla necessità di reperire i fondi per la creazione del nuovo polo. Un finanziamento di 3 o 4 milioni di euro che potrebbe arrivare soltanto da Civilavia. Ros. Pal. |