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CRONACA_MILANO |
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Dopo tre giorni di ricerche nei boschetti al confine tra Bresso e Milano
Preso il cinghiale cittadino
Stanco e affamato si è «arreso» alle guardie del Parco Nord
BRESSO (Milano) - Alle 16.25 del pomeriggio di ieri, dopo pochi passi sulle zampe traballanti per la stanchezza, è finalmente entrata nella gabbia-trappola. Ma quando lo sportello si è abbassato dietro alla sua codina a ricciolo, per qualche attimo, è come impazzita di paura: cercando un varco, ha sbattuto il naso, anzi il grugno, contro le sbarre fino a farlo sanguinare. Ma appena qualche istante dopo, chiusa nella quiete e nel buio del furgone attrezzato, ha avuto bisogno di pochissimo tempo per calmarsi e cominciare ad annusare con un certo interesse le foglie di lattuga sparse sul pavimento della sua prigione provvisoria. È finita così, dopo tre giorni di ricerche, fughe, avvistamenti e inseguimenti lavventura del cinghiale del Parco Nord. Che, innanzitutto, cinghiale è, ma soltanto un po: «E ragionevole parlare di un incrocio con un suino» dice Ettore De
gli Esposti, rappresentante dellEnpa, lEnte protezione animali che si sta prendendo cura della bestiola. Infatti, le zanne ci sono e sono proprio quelle di un cinghialetto, come il mantello: color caffellatte, però folto e ispido. Ma gli occhi, piuttosto grandi e spauriti, fanno pensare soprattutto a Babe, il maialino coraggioso protagonista del romanzo omonimo e dellancora più famoso film. Lunga una settantina di centimetri, alta una quarantina, peso sui trenta chilogrammi: da sabato mattina, quando era stata avvistata nella zona di via Don Gnocchi, a Bresso, la «cinghiamaialina» non ha fatto che fuggire e nascondersi. Dai guardaparco e dai volontari dellEnpa che inutilmente avevano tentato di colpirla con una siringa di sonnifero, ma anche dai cacciatori. Era stata avvistata più volte sabato, dunque; domenica persino fotografata: ma la velocità delle sue zampe aveva sempre seminato gli inseguitori. Nel primissimo pomeriggio di i
eri, poi, la bestiola ha deciso di cambiare aria: da Bresso si è spostata verso Est, ha superato il ponte ciclopedonale su via Berbera, in territorio di Milano, ha costeggiato il velodromo, ha superato anche il laghetto e infine si è buttata nel folto. Stanca e spaventata, era in cerca di un po di tranquillità e, forse, anche di qualcosa da mangiare: un vero cinghiale, forse, si sarebbe accontentato di mele selvatiche e bacche, ma per lei, animale domestico abituato a ben altro nutrimento, anche la fame deve essere stata un bel problema. La «battuta» organizzata dai responsabili del Parco Nord è cominciata poco prima delle 15, dentro e fuori dallintrico di noccioli, meli selvatici, prugnoli, pioppi, querce, cespugli di biancospino e rose rugose che si allunga e fa langolo tra via Fulvio Testi e via Clerici. Marco Siliprandi e Francesco Carbone sono i due guardaparco che hanno guidato le operazioni, insieme con Gianluca Baldon, il volontario
dellEnpa che, alle 15.50, ha piazzato la gabbia in mezzo ai cespugli. Non era quello, però, il posto giusto: poco dopo la trappola è stata spostata di qualche decina di metri, più in alto. Lì, sotto un pino, ormai pronta ad arrendersi, cera la bestiola: accovacciata allombra, il muso appoggiato sul terreno, le orecchie dritte. Così è rimasta, ferma, diversi minuti. Poi qualche movimento, forse anche il rombo del traffico di viale Fulvio Testi, lhanno disturbata. Per lennesima volta è scattata in piedi, ha fatto qualche passo di corsa ma stavolta, anziché una via di fuga, si è trovata davanti le sbarre della gabbia. «È dentro, è dentro» ha gridato una dei guardaparco; subito dopo cè stato lo scatto metallico del portello che si chiudeva. Ora la «cinghiamaialina» è a Monza, affidata a mani sicure. E, quasi di certo, lì resterà. Difficilmente, dicono allEnpa, i
proprietari la reclameranno: è facile che temano di dover pagare qualche multa o qualche risarcimento per tutto il trambusto provocato dallanimale.
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Laura Guardini lguardini@corriere.it
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Cronaca di Milano
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