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Il Comune boccia le bici Niente soldi per le piste
LUCA PAGNI
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Poche migliaia di euro per la costruzione di un cavalcavia tra i nuovi quartieri della Bicocca e il Parco Nord, un passaggio sopraelevato che passerà sopra viale Sarca e viale Fulvio Testi. L'interesse dell'amministrazione comunale nei confronti delle piste ciclabili è tutta qui. Nel Bilancio di previsione 2002, in discussione i questi giorni in Consiglio comunale, non si trova molto altro. Al massimo un progetto per ridurre a 30 chilometri orari la velocità delle macchine nei controviali di viale Zara e viale Fulvio Testi. Il Comune non può neppure giustificare il proprio scarso interesse con la politica di austerity che ha colpito altri settori dell'amministrazione, visto che nemmeno nei due anni precedenti erano stati previsti interventi a favore delle piste ciclabili.
I ciclisti e tutti coloro che hanno scelto le due ruote per spostarsi in città dovranno aspettare tempi migliori. Il più grande intervento degli ultimi anni è la realizzazione della pista ciclabile piazza DuomoAbbazia di Chiaravalle. Era stata finanziata grazie ai fondi del Giubileo e dovrebbe correre lungo l'asse corso di Porta Romanacorso Lodi. Fino ad ora è percorribile soltanto per brevi tratti, tra la stazione di Porta Romana e il Corvetto. Fra poche settimane finiranno i lavori tra piazzale Lodi e piazza Medaglie d'Oro. Perché sia completa manca ancora il tratto più difficile, da realizzare in corso di Porta Romana. Avrebbe dovuto terminare entro la fine del 2000.
Qualche altro chilometro di pista ciclabile si vedrà tra la fine del 2002 e la metà del 2003, quando saranno realizzate le strade all'interno dei piani di recupero delle aree dismesse dell'ex Om, di Quarto Oggiaro e dell'ex Maserati e a mano a mano che avanza la strada Interquartiere Nord tra Niguarda e Crescenzago.
Di piste ciclabili si cominciò a parlare nel 1979. L'anno dopo il Consiglio comunale approvò un grande piano per la costruzione di 330 chilometri di strade riservate alla biciclette, corrispondente a detta degli stessi progettisti alla metà dello standard medio europeo dell'epoca. A ventidue anni di distanza da quel piano, sono stati realizzati soltanto 40 dei 330 chilometri previsti: meno di due all'anno. «Di questo passo - è il commento di Ciclobby - per completare il piano che avrebbe dovuto portare Milano al livello delle altre città europee bisognerà aspettare l'anno 2145. Il problema è che ci arriveremo due secoli dopo». |
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