CINISELLO BALSAMO Per gli sportivi che amano l'atletica nella sua versione più spontanea, la corsa campestre rappresenta la vera sfida con il proprio limite fisico. Un prato umido al posto della tradizionale pista in terra battuta, un percorso irregolare invece del geometrico ovale d'allenamento, il tutto condito da erba, freddo, e qualche volta anche fango. E vista la pioggia dei giorni scorsi, qualche pozzanghera di fango se la sono sicuramente ritrovata sotto i piedi, gli oltre trecento ragazzi che ieri mattina, con poco meno di dieci gradi di temperatura all'aperto, hanno dato vita alla tradizionale corsa campestre del Parco Nord. Un'abitudine sportiva che si rinnova ogni inverno da ben diciotto edizioni, e che da tre anni è stata estesa anche alle altre scuole di Cinisello Balsamo. Oltre agli studenti del triennio del liceo scientifico Casiraghi, infatti, al nastro di partenza di questa edizione della competizione all'aperto, partecipano anche gli studenti dell'Itis, dell'Itc Cartesio, ed una rappresentanza di venti studenti del liceo Carducci di Milano. «Lo spirito della corsa campestre è proprio quello mettere alla prova i propri limiti agonistici. In questo tipo di competizione prima ancora del tempo impiegato a completare il percorso, è importante che tutti i partecipanti arrivino sino in fondo: per questa ragione abbiamo deciso di limitare la lunghezza del tracciato a soli due chilometri e mezzo, in modo che la competizione fosse alla portata di tutti», spiega la professoressa Donatella Rocchetti, una delle docenti di educazione fisica del Parco Nord che ha organizzato l'edizione di quest'anno della corsa campestre. I 2500 metri del percorso della corsa si sono dunque snodati rigorosamente sui campi erbosi del parco circostante all'istituto, evitando di percorrere i vialetti asfaltati che attraversano il polmone verde più grande del nord Milano. «Abbiamo fatto in modo che il tracciato della gara restasse circoscritto intorno alle mura della scuola, per evitare che più di trecento ragazzi si disperdessero in giro per il parco», ha inoltre precisato la professoressa Rocchetti.
di Luca Pesante
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