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A milano non si può fare sport

03 novembre 2001


Title: Corriere della Sera - Edicola
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La squadra potrebbe lasciare il Palalido e andare a giocare al Filaforum di Assago

La Pallavolo querela il Comune

Caserta, presidente della Asystel: a Milano non si può fare sport

L’evento, la polemica e l’annuncio. Cominciamo da quest’ultimo: l’Asystel volley da ieri ha un «canguro». Dovrà balzare a centro rete per murare palloni o abbatterli quando Nikola Grbic chiamerà le alzate in primo tempo. Canguro, ovviamente, nel senso di australiano. Daniel Howard, classe 1976, nazionale aussie, è finalmente di Milano. Il suo acquisto è stato una telenovela sviluppatasi per mesi: il giocatore era a Ferrara, ma desiderava cambiare. A novembre l’hanno accontentato. L’avvento di Howard è il regalo che il club vicecampione d’Italia riserva ai tifosi nel giorno in cui li chiama a raccolta per un sabato particolare: alle 15, nell’anticipo della nona di campionato, al Palalido arriva Treviso. Sia Asystel sia Sisley devono scacciare la prima «crisetta» della stagione (sono reduci da due sconfitte consecutive), ma questa è soprattutto la rivincita della finale scudetto. Oggi Milano è più solida, può togliersi una soddisfazione che in primavera fu proibita. L’Asystel sfrutta allora l’occasione come prova generale per un futuro che dovrà essere importante. «Quota 4000» è il nome dato dal presidente Caserta all’operazione-Sisley. Quattromila, sinonimo di tutto esaurito, come i tifosi che vorrà sugli spalti, in un mix di sport, fair-play e spettacolo. Riportato il volley ad alto livello, adesso è tempo di seminare sul territorio. Ecco allora promozioni, sconti per i tifosi, l’accordo con la Lega italiana per la lotta all’Aids, la ricerca di «trasversalità» nel panorama cittadino. Al Palalido convergeranno così anche delegazioni di Inter e Milan, personaggi di spicco ma non sportivi.
Ed è la vitalità del suo club a rendere ancora più arrabbiato il presidente, a poche ore dalla dura polemica con il Comune e l’assessore Brandirali: finirà con una querela perché Brandirali ha detto che l’Asystel, se da un lato protesta sulla disponibilità del Palalido, dall’altro non paga l’affitto. «Ha sbagliato mira, ci ha confuso con altri. Ma non è solo questo il punto: la verità è che a Milano non si può fare sport. Pensano all’Olimpiade e non sanno nemmeno garantire la manutenzione ai pochi impianti che esistono...». Una ferita difficile da sanare. Non sarà il caso di puntare sui privati, per certi progetti? Caserta è drastico: «Non vado più avanti così, piuttosto mollo tutto. Però con Cabassi e con i gestori del Filaforum ho aperto un dialogo molto proficuo. Almeno, ho trovato un interlocutore». Una sensazione: presto il volley avrà la sua casa definitiva ad Assago.
f.van.


Cronaca di Milano



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