Spaccio, abusivi, sporcizia al centro Colombo. Inagibili i campi da calcio, tennis e le piste
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Il centro sportivo Colombo (Fotogramma) |
È diventato un covo di extracomunitari.
Il centro sportivo Colombo, nel cuore del Giambellino, è una cittadella dello spaccio, un ammasso di sporcizia e degrado, la casa abusiva di chi non ha casa. Settantaduemila metri quadrati abbandonati.
Due campi da calcio regolamentari, una dozzina di campi da tennis, e poi la pista di atletica con le tribune, i campi da calcetto e da calcio a sette. Un’area verde attrezzata per i bambini, spogliatoi, prefabbricati e la casa del custode. Tutto chiuso, sbarrato con catenacci e lucchetti. Tutto chiuso perché tutto fatiscente: al centro Colombo non è rimasto in piedi neppure il palo del cestino porta-rifiuti.
Milanosport, che ha ricevuto il centro dal Comune di Milano nel ’99, ha deciso in luglio di interrompere l’attività: «Non avevamo alternative — spiega il presidente
Ernesto De Filippis — perché nessuna struttura garantiva più le norme basilari di sicurezza: la tribuna pericolante, le porte dei campi distrutti, il tennis inagibile, gli spogliatoi da rifare, i fili elettrici scoperti... E non c’erano soldi per ristrutturare». Anche perché
qui, di soldi, ce ne vorrebbero tanti: qualcuno parla di uno e mezzo, qualcuno addirittura di 2 milioni e mezzo di euro. Il Comune non è in grado di pagare la riqualificazione e quindi si sta lavorando per cercare una soluzione alternativa. Nel frattempo, il consiglio comunale ha approvato a maggioranza
un ordine del giorno che impegna alla riapertura «almeno parziale» di alcune strutture: «Ma i problemi di sicurezza rimangono lo stesso — ricorda De Filippis — e con la 626 non si può scherzare».
Eppure
qui di fianco c’è la piscina Cardellino, che una volta faceva parte della stessa struttura e che ancora oggi viene gestita da Milano Sport: un gioiellino che è passato dai 240 iscritti del ’99 agli oltre 3 mila attuali. Qui nel 2001 si sono svolti i campionati italiani di nuoto riservati ai portatori d’handicap, qui si sono girati alcuni video musicali. «Con le strutture del Colombo — spiega
Alessandro Crolla, responsabile della Cardellino — ci abbiamo provato. Abbiamo anche coinvolto alcuni ragazzi della zona per cercare di arginare i problemi di teppismo e delinquenza. Ma è stato un fallimento».
Si era detto della possibilità di
affidare tutto l’impianto alla federazione dell’hockey che potrebbe realizzare un proprio palazzetto, affiancato da strutture per l’attività amatoriale. Le trattative sono ancora in corso e non è ancora stato definito il futuro dell’area.
Gli abitanti della zona, che si sono costituiti in comitato, stanno facendo sentire la loro voce: «Il Colombo — ricordano i residenti — è sempre stato un centro importante per la zona e non solo. È il degrado che ha allontanato l’utenza.
Basterebbe studiare una collaborazione con le scuole qui vicine, tornare a proporre manifestazioni che avevano un grandissimo successo come la Primavera dello sport, per gli studenti, o Invito allo Sport per le associazioni». Il problema? «Chiudere tutto non è stata una soluzione: i vandalismi e i danneggiamenti di cui vediamo oggi i risultati sono cominciati in agosto. E se non si corre ai ripari, si può soltanto peggiorare».