 Era rientrato tardi, quest'anno,
dalla Croazia.
Seduto in terrazza, la catena d'argento,
gli anelli, le montagne alle spalle e il lago.
Io l'ho guardato a lungo per capire,
per cercare la vena di inquietudine mascherata
nella sua cura di
sé. Quasi una divisa.
E l'ho guardato a lungo
mentre diceva il brivido di un tuffo
lungo una roccia bianca
profonda come il mare.
Dalla terrazza, adesso
i monti fermi e il lago sono vuoti
orfani di quando sorridente
e un poco caracollando
veniva Pego ad insegnarci a vivere.
E Pego si è portato via l'estate
con tutti i suoi sogni,
ansimanti speranze,
arabeschi di buio e di luce impigliati
nella sua libertà. |